Walid è un nostro caro amico ed è stato nostro ospite varie volte. Ogni volta che tornava – ripescato da una rete d’amicizia e complicità fra le suore di Madre Teresa e noi dell’Opera Fratel Ettore – si fermava poco tempo, non tanto attratto dalla strada quanto rabbuiato dalla diffidenza, dall’idea di non essere accettato. Ha avuto bisogno di tempo per convincersi che poteva essere amato e accolto anche lui. L’ultima volta contentissimo nella nostra casa in Abruzzo, ha fatto l’aiuto cuoco, tagliando frutta, verdura e tutto il tagliabile necessario alla cucina. Poi, di nuovo, si è incrinato qualcosa dentro di lui ed eccolo nuovamente in fuga da tutti e da tutto a cercare conforto in qualche litro di vino di troppo. Ancora le care sorelle Missionarie della Carità ce l’hanno segnalato e con grande gioia lo abbiamo “ripescato”. Con il prezioso aiuto del dott. Bertoglio e della Comunità ha ritrovato serenità e la gioia di vivere di nuovo con noi. Siamo davvero felici: “Nessun’ uomo è mai perduto, ha solo bisogno di un po’ di aiuto”, diceva il nostro fratel Ettore, lo specialista delle cosiddette “cause perse”, che sapeva dimostrare con i fatti che l’amore vince ogni cosa.