LE TRE P

“Occorre affermare senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri …siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro” (EG 48).

POVERI/POVERTA’: se li accogli diventi “amministratrice di una multiforme grazia di Dio”, perché se accogli “la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro” (EG 48), impari a gestire qualunque risorsa che, insieme a loro, ti viene concessa: dalle tue personali alle risorse degli altri, che siano cibo, case, fratelli, sorelle, denaro, intelligenza, capacità, sensibilità artistica, cultura o malattia…

PROVVIDENZA: e tocchi con mano la collaborazione creativa che si instaura tra la grazia di Dio e te: ti è concesso mettere le mani nella pasta della realtà, come in una continua maternità spirituale. Dio ci mette del suo divino, noi ci mettiamo del nostro umano. A noi accogliere la grazia e umanizzarci/divinizzarci collaborando a concepire una realtà virtuosa.

PREGHIERA: nella preghiera scopri l’autentica te stessa ed è proprio quella che dai in cibo agli altri in un continuo processo rigeneratore: mentre ti doni ricevi, mentre ti fai cibo ti nutri. Ma se non ami non ti fai cibo.