Gli uomini e le donne dello Spirito assomigliano talora al vento che si abbatte impetuoso: sono mossi dalla forza di Dio che scompiglia l’inerzia, che semina inquietudine e impazienza, alimenta l’ardore.
Gli uomini dello Spirito entrano dappertutto, come il vento impetuoso, percorrono le strade, visitano le case, le chiese, le riunioni, seminano disagio e sorpresa, ammirazione e fastidio, suscitano entusiasmo e irritazione.
Gli uomini dello Spirito disturbano anche la religione e i devoti. Perché anche la religione e a anche i devoti si possono ammalare di anemia, di noia, di ripetizione: la devozione e la preghiera diventano come riti stanchi e abitudini invecchiate, come la presenza di coloro che si compiacciono di avere i primi posti nelle sinagoghe. Gli uomini dello Spirito praticano la devozione e recitano la preghiera, ma vi mettono ardore e lacrime, ostinazione e una specie di furore, insomma un fuoco che fa del pregare un offrirsi in olocausto, entrare nel fuoco per diventare fuoco.
Gli uomini dello Spirito seminano disagio anche nelle persone che seguono l’aggiornamento, amano le discussioni e i cavilli, le curiosità e le teorie strampalate, come le favole e le genealogie interminabili, le quali sono più adatte a vane discussioni che non al regno di Dio che si attua nella fede. Gli uomini dello Spirito conoscono pochi argomenti e tendono ad essere perentori, come suggerisce Paolo a Timoteo: lo scopo del comando però è la carità che nasce da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera (1 Tm 1,3 ss).
Gli uomini dello Spirito mettono in imbarazzo anche i vestiti nuovi, i tratti distinti, le buone maniere. Perché anche lo stile nobile e la buona educazione possono ammalarsi di formalità, di perbenismo di facciata, di esibizionismo, come le lunghe vesti degli scribi, la compiacenza per essere salutati, l’abitudine ai primi seggi nelle sinagoghe e ai primi posti nelle piazze. Gli uomini dello Spirito frequentano tutti, anche i vestiti nuovi e i tratti distinti, ma ne contrastano l’esibizione e l’indifferenza con i piedi nudi e i vestiti consumati e rendono viva anche la buona educazione con la pratica di una immediatezza, la spontaneità di un approccio, la prontezza a sporcarsi con chi è sporco. Gli uomini dello Spirito non guardano al vestito, ma incrociano lo sguardo di chi porta il vestito, che sia lussuoso o squallido e riconosce sempre un bisogno di essere accolto, amato, benedetto, salvato.
Gli uomini dello Spirito sconcertano anche le istituzioni per l’assistenza, gli impiegati degli apparati, perché anche l’assistenza può ammalarsi di burocrazia, di deleghe, di evasione dalle responsabilità delegate sempre a qualcun altro. Gli uomini dello Spirito entrano con impeto nelle buone intenzioni dell’assistenza e vi mettono gli abbracci, le parole amiche, il soccorso immediato. Gli uomini dello Spirito si lasciano ferire dai feriti, si lasciano trafiggere il cuore da coloro che hanno il cuore trafitto, si fanno carico di uomini e donne anche se non sono in elenco, anche se non hanno carte, anche se si potrebbe discutere se sia opportuno. Gli uomini dello spirito azzardano, rischiamo, sono imprudenti. Sono uomini dello Spirito: obbediscono allo Spirito.
Gli uomini dello Spirito contagiano anche i passanti, gli incontri casuali, le persone improbabili, perché anche le persone improbabili possono essere malati di indifferenza, di paure infondate, della persuasione di non valere niente e di non potere fare niente. Gli uomini dello Spirito sono come un fuoco che vive perché s’appicca ad altra legna, irrompono nelle abitudini consolidate, nelle timidezze mascherate di prudenza, nel passare oltre convinto da buone motivazioni e contagiano con la condivisione della compassione, con la stima di chi si aspetta molto anche da chi non ha niente, con un linguaggio incomprensibile eppure persuasivo. Gli uomini dello Spirito irradiano lo Spirito.
Ecco, noi siamo radunati qui per ricordare fratel Ettore, pregare per lui, professare la certezza che anche lui prega per noi e con noi. Ecco, siamo qui convocati da fratel Ettore. E’ stato un uomo dello Spirito.
“Casa Betania delle Beatitudini”
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